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al testo di Cristian Santini
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Rovellare i tendini pregni attorno un globulo pomiceo nero denso in gravità del vuoto, inchiodato per traverso schiusosi l’uovo e assorto un dondolo implume sul fevro arco dell’abbandono - ah memoria a me morìa al mimetizzar il passo del costato retro le curve degli scacchi inflitti neppiù traccia dello spasmo bianco spiovuto nel lancio neppiù l’impronta che rimbomba nel distacco, piatto questo deserto intatto tra crepe senza memoria senza una scia sputati dentro questo mondo ingoiato questo mondo sputato questo mondo ingoiati da questo mondo - e riscrivere il corale precipitato al battesimo della falce uno scomposto fonogramma del primo occhio dalle cui fenditure grillano labbra lutee. |
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